Grandi foto della storia – n. 4 – Speciale Halloween

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Grandi foto della storia – n. 4 – Speciale Halloween

Momenti "spettrali" catturati dall'occhio dei fotografi

Il tempo delle streghe e dei fantasmi si avvicina, e così in questo numero speciale di "Grandi foto della storia" abbiamo pensato di presentarvi quattro proposte "a tema": immagini inquietanti non solo visivamente, ma anche per le vicende e gli aneddoti che le accompagnano. Un viaggio tra momenti di storia e di vita, opere non sempre note al "grande pubblico", e per questo ancor più meritevoli di attenzione. Ogni fotografia è accompagnata da curiosità e note biografiche, in modo da poter cogliere appieno il valore - non solo estetico/artistico, ma anche simbolico - delle opere selezionate e sottolineare il carattere divulgativo e "didattico" di questa rubrica. Attenzione: la visione e la lettura sono sconsigliate a un pubblico facilmente suggestionabile. Per gli spiriti più coraggiosi, invece, che il viaggio nel mistero abbia inizio!

Le quattro proposte di questo numero:

#13 - LE GEMELLE (pressochè) IDENTICHE

Twins Arbus 1967

Identical twins (Roselle, New Jersey, 1966), Diane Arbus

Questa famosa fotografia di Diane Arbus ritrae due sorelle gemelle, Cathleen e Colleen Wade, fianco a fianco, vestite con abiti in velluto a coste, collant bianchi e fasce coordinate tra i capelli. Un'immagine speculare che racchiude il senso della visione della fotografa: la normalità nella bizzarria e la bizzarria nella normalità. La tensione tra somiglianza e divergenza raggiunge qui un picco: se l’estrema vicinanza dei sue soggetti e la loro uniformità estetica ne suggeriscono il legame, le espressioni opposte sottolineano la loro individualità e creano un profondo senso di mistero e inquietudine. Il padre delle gemelle descriverà la foto come "la peggiore somiglianza tra gemelli che avessi mai visto"... Come dargli torto?

Diane Arbus (nata Nemerov) è celebre per i suoi ritratti di persone ai margini della società, con le quali sapeva entrare subito in sintonia grazie al suo approccio diretto ed empatico. Lavorava frequentemente con una Rolleiflex tenuta a livello della vita: questo le consentiva di mantenere un’interazione più naturale con i suoi soggetti, evitando l’impatto invasivo della macchina all’altezza del volto. 
Nonostante il grande successo e con una carriera promettente davanti a sé, Diane soffrì sin da giovane di disturbi depressivi, che la portarono a fare uso di psicofarmaci e droghe; tali difficoltà la condussero al suicidio a soli 48 anni. Per il suo impatto sulla fotografia contemporanea, Arbus viene ricordata come una delle più grandi fotografe del XX secolo.

Una curiosità: si vocifera che Stanley Kubrick si sia fatto ispirare da questa foto per la caratterizzazione delle gemelline di Shining. Ecco dove le avevo già viste!

gemelle-shining-kubirck

Fotogramma tratto dal film Shining di S. Kubrick (1980)

(Per sapere di più sulla fotografa clicca qui)

#14 - FOTO DI GRUPPO (CON IL MORTO)

Il "fantasma" di Freddy Jackson  (1919), Wikimedia Commons

La foto del "fantasma di Freddy Jackson" è una delle immagini più discusse nel campo del paranormale. Scattata nel 1919, subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, ritrae un gruppo di soldati della Royal Air Force. Sembrerebbe una foto come tante, se non fosse che tra quei volti si nasconde un "dettaglio" inquietante: dietro la testa di uno dei soldati appare chiaramente il volto sfocato di Freddy Jackson, un meccanico morto pochi giorni prima per un incidente aereo.

Secondo la leggenda, Jackson  forse inconsapevole della sua recente morte  si sarebbe "presentato" per la foto di gruppo come se niente fosse, unendosi per l'ultimo ritratto con i suoi compagni. Il volto è così riconoscibile da lasciare i suoi colleghi sbalorditi. Questo dettaglio, mai spiegato con certezza, ha acceso l’immaginazione degli appassionati del mistero: è un autentico fantasma? O forse solo il risultato di una sovraimpressione fotografica, tecnica comune dell'epoca? 

Indipendentemente da come la si pensi, questa immagine rappresenta un esempio di come la fotografia possa trascendere dal suo scopo originario di immortalare la realtà, riuscendo a solleticare fantasie e suggestioni meta-fisiche. 

#15 - (LA FU) Brown Lady

brown lady 1936

Lo scatto che ritrarrebbe lo spirito di Lady Walpole nella sua residenza di Raynham Hall (1936)

Quella che vedete è una delle immagini di fantasmi più celebri e dibattute nella storia della fotografia. Scattata nel 1936, la foto ritrae una figura spettrale che si aggira sulle scale della Raynham Hall, una storica residenza inglese nel Norfolk, appartenente alla famiglia Townshend. L’immagine è stata scattata da due fotografi britannici, Captain Hubert C. Provand e Indre Shira, mentre erano in visita per un reportage della rivista Country Life.

La fotografia ritrae una figura luminosa ed evanescente, dai contorni vaghi, che sembra scendere le scale. Fu da subito associata alla leggenda della Brown Lady - nient'altro che il fantasma di Lady Dorothy Walpole, vissuta in quella stessa residenza nel XVIII secolo. Secondo la leggenda, Dorothy fu imprigionata dal marito geloso e morì in circostanze misteriose. Da allora, il suo spirito tormenterebbe la residenza, apparendo in un abito marrone. L’immagine è tanto affascinante quanto controversa: mentre alcuni sostengono la sua autenticità, altri credono si tratti di un esempio di doppia esposizione o di una manipolazione fotografica. Nonostante i dibattiti sull’autenticità, la foto ha mantenuto un'aura di mistero che la rende ancora oggi una delle immagini più iconiche del paranormale.

Gli autori dello scatto hanno sempre dichiarato la genuinità della foto, sostenendo di aver colto l'immagine in modo del tutto casuale e senza alcuna manipolazione. Ci crediamo?

raynham-hall

La residenza di Raynham Hall, situata nei pressi di Fakenham (Norfolk, UK)

(Per sapere di più sulla leggenda clicca qui)

#16 - Fiction macabra

Henry_Peach_Robinson,_Fading_Away,_1858

"Fading away", Henry P. Robinson (1865)

"Fading Away" è una di quelle fotografie che, a distanza di anni, continua a suscitarmi un mix di emozioni contrastanti. Si tratta di un capolavoro della tecnica e della comunicatività fotografica, eppure nel 1865 scandalizzò gli animi, suscitando il moralismo più bigotto. Henry Peach Robinson realizza qui l'emblema della fotografia composita, tecnica che padroneggia, e lo fa con un soggetto disturbante: una giovane in fin di vita circondata dalla famiglia straziata. 

È bene sottolinearlo: Robinson non fotografa la realtà, ma una visione. La composizione è creata sovrapponendo cinque negativi diversi: si tratta dunque di un set dove ogni dettaglio  dalla luce ai volti   è studiato per amplificare il pathos. Il risultato è un'opera che ritrae l'agonia con una delicatezza quasi pittorica, che ricorda i grandi maestri del romanticismo. È la finzione che supera la realtà, precorritrice di correnti fotografiche contemporanee, ma anche del cinema (solo io ci vedo il fotogramma di un film? ndr).

Henry Peach Robinson, che nasce pittore e muore fotografo, ribalta la concezione dell’arte fotografica nell’Ottocento. È un rivoluzionario: vuole che la fotografia non sia solo la pedissequa rappresentazione della realtà ma un veicolo emotivo, paragonabile a un dipinto. Non a caso è considerato precursore e maestro della corrente pittorialista.

"Credo davvero che ci siano cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate".
- D. Arbus

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