Vacanze? No, grazie. Storie di stress, sprechi e selfie
Nella società contemporanea, dove la vita di molti è scandita da ritmi frenetici, ripetitivi ed etero-condizionati, le vacanze sono state elevate a una sorta di Sacro Graal, un rituale irrinunciabile per dimostrare a sé stessi e agli altri che si sta vivendo una vita piena e gratificante. La voglia di evadere da una routine che monopolizza undici mesi su dodici si intreccia con la necessità di convincersi di avere il controllo sul proprio tempo. A nessuno piace pensare di dipendere dal capufficio, dalle chiusure delle scuole dei figli, dalle esigenze dei genitori anziani o da chissà quale altro fattore esterno… Siamo noi a decidere come trascorrere questi sprazzi di libertà condizionata!
Certo, si potrebbe obiettare che la finestra temporale nella quale esalare questo afflato di indipendenza sia piuttosto angusta, e sovente concentrata nel periodo agostano – o, tutt’al più, appena prima o appena dopo. Si potrebbe anche ricordare che banali questioni di budget potrebbero, da sole, ridimensionare ogni velleità di soggiorno “da pascià”. Nessuna di queste o altre obiezioni, comunque, potrebbe mai scalfire la motivazione del vacanziero-in-pectore che, a pochi giorni dall’inizio delle ferie, brama la meta come neanche Filippo Tortu negli ultimi metri della staffetta olimpica di Tokio 2020. La vacanza diventa allora una ragione di vita, la riscossa dopo tanta fatica: una vittoria storica!
Goodbye relax: lo stress del viaggiatore
L’inflazione galoppa, lo stipendio no, e il tuo budget si restringe. Va da sé che il vacanziero oculato debba pianificare ogni dettaglio con mesi di anticipo: nemmeno il tempo di digerire il panettone ed è già ora di scegliere le destinazioni e confrontare i prezzi di mezzi, hotel e attrazioni, tentando quell’incastro perfetto che, logicamente, non si verifica mai. Il volo più economico sfora le date, l’hotel ideale è già full – e inizi a chiederti chi te l’abbia fatto fare… Alla fine prenoti una stanza con vista discarica alla Pensione Mariangela – mezza stella e pure cadente, visto il periodo – che “tanto non importa il posto ma la compagnia”!
La compagnia, certo... Magari quella della fidanzata che ce l’ha con te perché voleva Capri e hai scelto Carpi. Che non è un brutto posto, solo che il mare non c’è e poi d’estate sembra Dubai, ma senza il Burj Khalifa. Provi a spiegarle che hai già le rate della macchina, l’acconto del divano e un molare da rifare: finge di comprenderti, ma sai già che alla prima occasione te la farà pagare. Potresti aggregarti alla cumpa degli amici storici – cioè quei pochi rimasti single: loro hanno già organizzato tutto, sai che comodità! Ma davvero alla tua età hai voglia di un remake di Ibiza 2008 o Barcellona 2010?
“No, non c’ho più il fisico.”
Ti sovviene che, in fondo, tu hai il lusso di non tenere famiglia - perché “per quelli lì le vacanze somigliano più a un baby-sitting non retribuito”, e allora decidi:
“Parto da solo!”
Bene! È tutto definito, il dodici agosto è arrivato e finalmente sei in ferie: la tua pausa da ogni problema, una parentesi semplice e genuina, perfetta per ricaricare le energie…
Macché!
La partenza è domani e devi ancora fare le lavatrici, preparare le valigie e portare il gatto dall’amica. Ti metti a letto alle ventitré e trentotto, stanco ma soddisfatto per aver organizzato una partenza così intelligente. Punti la sveglia alle 04:00 e lasci che Morfeo, per l’occasione tutto abbronzato e in costume da bagno, ti accolga tra le sue braccia.
La nuvoletta di Fantozzi
Al risveglio, carichi la macchina e parti con un occhio mezzo aperto e uno mezzo chiuso. Rintronato ma gaudente, ti godi le strade semideserte mentre ti dirigi verso l’imbocco dell’A1. Dal cavalcavia le otto corsie ti paiono come un fiume plumbeo, solcato da barchette illuminate che sfrecciano parallele (l’euforia da vacanza ti ha sempre reso particolarmente poetico). Il sedile della tua auto è come una poltrona in prima fila e la tua playlist preferita fa da colonna sonora al film, appena cominciato, della tua vacanza: i titoli di testa ti ricordano che sei spettatore, protagonista, sceneggiatore e regista di questo kolossal memorabile che stai per gustarti appieno!
Neanche il tempo di percorrere una manciata di chilometri, e ogni poesia si infrange sul pannello luminoso all’altezza di Modena Sud. L’occhio mezzo chiuso si spalanca alla vista del messaggio che tuona come una sentenza senza appello: “10 km di coda per traffico intenso fino alla diramazione con A14”. E così, ti ritrovi tra migliaia di altri partenti intelligenti, già imbottigliati – e alterati – alle prime luci dell’alba. È il primo colpo di scena della tua pellicola: avevi pagato per un road trip e ti ritrovi in un drama. Una serie a puntate che si svolgerà tra molti imprevisti e qualche probabilità, senza passare dal via – che in questo caso sarebbe il tanto agognato relax – e con un finale di stagione ad effetto: la sindrome da rientro. Un film già visto e con un sequel annunciato per il prossimo anno, che tanto sa di replica…
Poveri ma felici?
Da piccolo, a queste latitudini, l’equazione era Vacanza = Riviera Romagnola. Ogni anno potevano cambiare i fattori (località, hotel o stabilimento balneare), ma il prodotto era più o meno sempre lo stesso: una tranquilla settimana in famiglia, tra attrazioni varie, comodi servizi e ampie spiagge dorate adatte praticamente a tutti. E a tutte le tasche. Sotto l’ombrellone, tra una crema solare e una settimana enigmistica, si crogiolavano lo scolaro, l’operaio, il professionista, l’imprenditore e il pensionato. I pedalò erano presi d’assalto da genitori, figli, nonni, nipoti e amici. In quella lingua di sabbia tra la pineta e il mare ogni distinzione sociale si squagliava come un ghiacciolo al sole: in estate, la Riviera si autoproclamava “democrazia balneare”, fondata sulla piada e sui sorrisi.
Oggigiorno anche le mete che un tempo erano considerate “popolari” non sono più così abbordabili. Ma non c’è da meravigliarsene: da allora molte cose sono cambiate, e quasi tutte in peggio. L’economia ristagna e l’inflazione galoppa; il lavoro è sempre più precario e i risparmi si erodono. E così, perfino l’ombrellone e il lettino, per qualcuno, sono diventati un lusso. Ciò nonostante, a giudicare dai dati sul turismo, sembrerebbe che la maggior parte degli italiani non ci pensi proprio a rinunciare alle vacanze, anche a costo di coprirsi di debiti. Alle rate per automobile, frigorifero e smartphone si aggiunge il finanziamento per la settimana alle Mauritius. È la mentalità di chi difetta di progettualità, di chi si nutre dell'effimero e di chi sceglie l’(auto-)ostentazione alla sostanza. La smania di vivere al di sopra delle proprie possibilità, godendo dell’oggi e infischiandosene del domani. Se proprio volete una unpopular opinion, personalmente l’ho sempre considerata una mentalità da perdenti. C’è chi obietterà che la felicità non è monetizzabile e l’esperienza del viaggio non ha prezzo. A questi risponderei chiedendo loro se sono gli stessi che, al rientro, si lamenteranno di non potersi permettere una pizza perché sono rimasti al verde. Chissà che felicità nel sapere che per mesi dovranno fare gli straordinari per potersi ripagare le due settimane agostane!
Unpopular opinion n. 2: Sarà un caso, ma nella mia personale esperienza ho constatato che le persone più abbienti sono quelle più inclini a fare vacanze brevi e sobrie, o a non farle affatto. I miei numeri non faranno statistica, ma mi suggeriscono che, a differenza di chi si è trovato la pappa pronta, quelli che i soldi se li sono sudati conoscono bene l’importanza della misura, anche nell’esporsi. Sono i “fattori saggi”, quelli che a tempo debito hanno scelto “la gallina domani” al posto dell’“uovo oggi”: ora, grazie a quel volatile che hanno amorevolmente allevato e ingrassato, possono permettersi tutte le omelette che vogliono. Coccodè, vacanzieri!
Storie green, ma solo sulle stories
Diciamolo subito: viaggiare non è una scelta green. Non lo è per 63 mila ragioni, tante quanti sono i litri di kerosene che un aereo di linea consuma durante una tratta di circa 6 mila chilometri (ad esempio da Milano a New York)¹. Spannometricamente, si può calcolare che ogni passeggero di quel volo emetta una media di 4 tonnellate di CO2. Per intenderci, un essere umano produce con la respirazione circa 292 kg di CO2 in un anno. In pratica, nelle 9 ore di viaggio verso la Grande Mela avrete immesso nell’atmosfera l’equivalente di anidride carbonica che produrreste in 13 anni di vita. E adesso chi lo dice a quei gretini² che il venerdì manifestano ai Friday For Future e il sabato partono per fare il week end a Mykonos? (E non è che il treno, la nave o l’automobile - nemmeno quella elettrica! - siano a impatto zero, tutt’altro...)
Sia chiaro, non ce l’ho con la generazione Z. Sono pucciosi³ e hanno tanti bei propositi per l’umanità. D’altronde anche chi vi scrive alla loro età era un inguaribile idealista – e in parte lo è ancora. Però è facile fare il rivoluzionario quando hai mamma che paga tutto e papà che ti prepara il pranzo e la cena (ho volutamente invertito i ruoli tradizionali per mostrare avversione verso il c.d. patriarcato). Ciò che a quell’età non puoi capire è che sei facilissimamente manipolabile, e che c’è sempre chi sfrutta i tuoi ideali per dei biechi interessi economici. Social networks in primis. Ma attenzione, non sono solo i giovanissimi a cadere in questo tranello. Hanno inculcato che le vite di tutti debbano sembrare (attenzione, non ho detto “essere”) perfette, e in questo concetto tanto utopico quanto diseducativo rientrano ovviamente anche le vacanze. Si viaggia per poter dire di essere stati, per poter postare foto ricordo (debitamente ritoccate), per alimentare una narrativa di successo e felicità. Il piacere della scoperta e la fame di conoscenza passano in secondo piano, sacrificati sull’altare di Instagram. Questo comportamento non solo svilisce l’essenza del viaggio, ma lo trasforma in una competizione senza fine, una performance continua che alimenta solo inutili complessi e non lascia spazio al vero relax: insomma, le vacanze diventano un secondo lavoro.
Riassunto del paragrafo: Volete davvero salvaguardare l’ambiente? Statevene a casa! E magari spegnete il cellulare per qualche ora e aprite un buon libro. I vostri neuroni vi ringrazieranno.
² Neologismo per indicare i seguaci di Greta Tumberg
³ Carini, teneri, adorabili
5 modi per trovare benessere senza partire
La buona notizia è che ci sono molteplici modi per prendersi cura di sé e ritrovare la serenità perduta senza bisogno di affrontare viaggi costosi e stressanti. Ecco cinque suggerimenti ecologici ed economici che possono essere messi in atto dodici mesi all’anno:
1. Mindfulness e meditazione - Le pratiche della mindfulness e della meditazione possono aiutare a ridurre lo stress e aumentare la consapevolezza del qui e ora. Bastano pochi minuti al giorno per migliorare significativamente il proprio benessere mentale ed emotivo. Non sono per tutti, ma se non provate come fate a saperlo?
2. Attività fisica regolare – È scientificamente provato che l'esercizio moderato sia uno dei modi più efficaci per migliorare l'umore e la salute generale. Che si tratti di una passeggiata nel parco, di una sessione di yoga o di una corsa leggera, l'importante è trovare un'attività che piaccia e inserirla nella routine quotidiana: fisico e mente ne gioveranno.
3. Leggere un buon libro - Immergersi in una buona lettura può essere un ottimo modo per evadere dalla realtà e rilassarsi. Leggere stimola la mente, amplia le conoscenze e può essere estremamente gratificante e rigenerante. Il catalogo bibliografico è sterminato, possibile che non troviate nulla adatto a voi?
4. Coltivare hobby e passioni - Non è necessario che siate dei Maestri per trovare svago e appagamento nel dipingere, suonare uno strumento, cucinare o curare il giardino. Se invece siete particolarmente talentuosi e determinati, magari il vostro hobby potrebbe trasformarsi in una professione: due piccioni con una fava!
5. Creare momenti di qualità – Sarà banale, ma sovente i momenti di maggiore felicità derivano dalle relazioni umane. Organizzare cene, passeggiate o semplici chiacchierate con amici e famigliari aiuta a rafforzare i legami affettivi e fa sentire importarti per sé stessi e gli altri. Purché ci si contorni delle persone giuste, beninteso.
Rivalutare le destinazioni fuori porta
Se siete arrivati fino a qui e ancora non vi ho convinti a passare le ferie tra le mura domestiche, vi propongo un “compromesso”: una serie di gite fuori porta, più rigeneranti e meno impattanti del turismo di massa. Viviamo in un paese che offre innumerevoli gioielli alla portata di tutti, spesso misconosciuti perché eclissati dalle solite destinazioni cliché. L’elenco potrebbe essere sterminato, ma le esigenze di spazio mi imponevano una selezione, che qui vi propongo.
1. Castelluccio di Norcia (Umbria) - Famoso per i campi di fiori, tra maggio e agosto è un’esplosione di colori e di profumi. Luogo d’elezione per fotografi paesaggisti, è perfetto per chiunque ami le passeggiate tra la natura incontaminata.
2. Tellaro (Liguria) - Meno noto rispetto alle vicine Cinque Terre, Tellaro è un borghetto non distante da Lerici, nel Golfo dei Poeti. Le case color pastello, le strette viuzze e un mare cristallino non deluderanno il viaggiatore alla ricerca di bellezza e relax.
3. Civita di Bagnoregio (Lazio) - La "città che muore", è stato riscoperta solo in tempi recenti. Il borgo medievale, arroccato su una collina di tufo, è stato il set di numerose pellicole. La sua atmosfera suggestiva vi farà sentire i protagonisti di un film storico!
4. Alberobello (Puglia) - Famoso per i suoi trulli, è un luogo realmente unico al mondo, nonché patrimonio dell'umanità UNESCO. Da conoscere ed esplorare per immergersi nella storia e nella cultura locale.
5. Brisighella (Emilia-Romagna) - Caratteristico paese collinare noto per le sue terme, i suoi castelli e i suoi pittoreschi vicoli, offre grandi opportunità di benessere e relax. Perché la Romagna non è solo Riccione!
6. Castelli della Val d’Aosta - Decine di manieri, torri e case fortificate che sorgono su alture inaccessibili e che dominano meravigliose valli alpine. Per atmosfere da fiabe d’altri tempi. Trovate un elenco dei principali qui
7. Cilento (Campania) - Spiagge incontaminate e borghi storici da esplorare, senza la folla delle mete turistiche più note. Vi coccolerà grazie alla sua ricca cultura enogastronomica e un mare da amare.
8. Maremma (Toscana) - Paesaggi naturali selvaggi, spiagge nascoste e una storia millenaria da scoprire: la Maremma è il lato più wild della Toscana. Su tutti, vi consiglio i borghi di Populonia e Bolgheri, ma vale la pena visitarla tutta.
9. Val di Fassa (Trentino) - Paradiso per gli sciatori e gli amanti della montagna in ogni stagione, è una delle più belle valli delle Dolomiti, con viste mozzafiato e una cultura alpina ricca di tradizioni.
10. Monte Isola (Lombardia) - Situata nel Lago d'Iseo, Monte Isola è la più grande isola lacustre dell’Europa centro-meridionale. Accessibile solo via traghetto, l'isoletta offre meravigliosi panorami, sentieri per escursioni, borghi pittoreschi e una tranquillità che la rende perfetta per chi cerca un po’ di relax al lago.
Morale della storia
Consumo ergo sum: questo potrebbe essere il motto dell’epoca in cui viviamo. Ci è stato detto che dobbiamo consumare per vivere, e vivere per consumare. E questo vale anche per il nostro tempo, compreso quello “libero”.
Riconsiderare il nostro approccio alle vacanze potrebbe essere il primo passo verso una vita meno frenetica, più gratificante e più ecosostenibile. Ammattiti da una quotidianità insopportabile, continuiamo a programmare, a inseguire il futuro, a procacciarci beni, piaceri, status e… vacanze. E non vediamo che il fiume in cui siamo costretti a galleggiare è sempre più putrido e maleodorante.
Il saggio ci direbbe che il vero benessere non si trova in mete esotiche e in avventure da raccontare, ma nella capacità di trovare serenità e gioia nelle piccole cose quotidiane, al riparo da obblighi e doveri imposti da altri. Non ascoltiamolo; impariamo piuttosto a scandagliarci nel profondo, a navigare tra le anse della nostra natura, anche se ciò ci porterà a nuotare controcorrente. Lì troveremo la risposta… a km 0.